Racconti al teatro stanze segrete
“non è ancora chiaro […] se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell’intelletto in generale”.
L’associazione culturale “Novembre”, dopo “Lo strano caso del Dott. Jekyll e del Sig Hyde” torna con un altro genio della letteratura noir Edgar Allan Poe.
Dal 23 novembre al 5 dicembre al teatro “Stanze Segrete” in scena lo spettacolo “Racconti”, basato sui tre più famosi racconti di Edgar Allan Poe. Non è uno spazio qualsiasi per la rappresentazione di un’opera: è un teatro-salotto, in cui non vi è un tradizionale palcoscenico e una platea di pubblico, non vi è più una distanza tra i due soggetti. La scenografia non può che essere ridotta ai minimi termini senza però per questo minare la godibilità, gli attori sono in mezzo al pubblico e il pubblico diventa un elemento della scena. Attori e pubblico si mescolano in uno spazio vuoto riempito dall’immaginazione, il teatro puro senza nessun tipo di ornamenti. Certamente è stata una scelta rischiosa, soprattutto oggi in cui il cinema si muove in una direzione opposta caratterizzata da un eccesso di effetti speciali e da iperrealismo. Il teatro “Stanze Segrete” è molto piccolo, un salotto accogliente che necessariamente deve puntare alla qualità, all’originalità come testimoniato dalle tante rappresentazioni messe in scena dal ‘92, anno della sua fondazione, a oggi.
Lo spettacolo in scena in questi giorni trova il suo tema dominante nell’omicidio, attraverso la voce di tre condannati a morte per il male da loro commesso: ognuno di loro racconterà la propria storia, il motivo della loro condanna. Le tre storie coincidono con i tre racconti più famosi dell’inventore del noir Edgar Allan Poe, adattati mantenendo il più possibile il testo originale. Le caratteristiche di questi casi sono tre: la colpa dell’omicidio, l’inspiegabilità dell’atto e la confessione. È il cosiddetto genio della perversione, omonimo titolo dell’ultimo racconto, la volontà di fare il male soltanto perché ingiusto, un elemento che si scatena inspiegabilmente nelle menti più sane, o almeno in apparenza tali. Questi personaggi non erano pazzi, conducevano vite abbastanza regolari e nulla avrebbe potuto prevedere o spiegare razionalmente l’atto della loro colpa: l’omicidio. Ne “Il cuore rivelatore” il motivo altamente illogico della furia scatenante è l’occhio della vittima; Carl aveva un ottimo rapporto con il vecchio con il quale viveva ma quell’occhio ad un certo punto cominciò a tormentarlo fino a spingerlo a compiere l’assassinio. Segue il racconto di Edgar, persona sin da sempre mite e amante degli animali, che arriva ad ammazzare in maniera alquanto sadica il suo gatto ed erroneamente anche la propria moglie. L’ultimo è quello di Lucy: l’omicidio questa volta ha una sua spiegazione razionale, l’eredità del marito, ma ciò che sfugge alla ragione è proprio la confessione. Non si tratta come negli altri due di una ammissione nel breve periodo di fronte alle ispezioni dei poliziotti dei luoghi del delitto: il caso è stato ormai archiviato come morte naturale, nessuno sospetta di nulla ed è passato ormai parecchio tempo dall’atto brutale. Nonostante tutto il nostro personaggio non riesce assolutamente a controllarsi e confessa tutta la sua colpa alle autorità autocondannandosi.
I tre attori, rispettivamente Sebastiano Gavasso, Diego Migeni e Sofia Vigliar, sono riusciti a tenere sempre attento un pubblico non abituato probabilmente ad un rapporto così vicino con la scena; un pubblico limitato certo ma equivalente ad uno più numeroso di un teatro tradizionale. Per gli attori è più difficile riuscire a mantenere intatta la propria interpretazione in un luogo vuoto in cui l’attenzione su di essi è molto forte e in cui si nota immediatamente la reazione del pubblico.
Il regista Andrea Teodori non è alla sua prima esperienza su Edgar Allan Poe, in precedenza ha diretto un’opera basata interamente su “Il cuore rivelatore” nonché opere di diversi generi.
Non possiamo a questo punto che consigliarvi caldamente di assistere a questa rappresentazione così piena di riflessioni. Nonostante la sua breve durata, un’ora circa, è molto intensa, capace di arrestare il tempo e spinge l’immaginazione a riempire una scenografia minimal. A causa dei posti limitati, 45 soltanto, è consigliato prenotare in anticipo ma vi assicuro che non ve ne pentirete se siete amanti del vero teatro.
Carlo Guglielmo Vitale
TEATRO STANZE SEGRETE
Via della Penitenza, 3 (Trastevere)
tel. 06.6872690 / 3889246033
Info: www.stanzesegrete.it
Botteghino dalle 18.30 alle 21.00
DATE E ORARI
Dal 23 novembre al 5 dicembre 2010
Tutti i giorni alle ore 21,00 – domenica ore 19,00
COSTO DEI BIGLIETTI
Intero: 13 €
Ridotto: 10 €
Al costo del biglietto si aggiungono 3 € di tessera associativa al teatro, ove prevista