CGV

3 dicembre 2005

OGM: verità nascoste

Un'analisi critica sugli OGM e la disinformazione che li circonda.

OGM: verità nascoste

Alzi la mano chi è a “favore” degli OGM: scommetto siate nemmeno il 30%. Cosa vi fa venire in mente la sigla OGM (Organismi Geneticamente Modificati)? Cibo di Frankeinstein, mito di Prometeo, pericolo, rischi per la salute, errori umani, male… questo era ciò a cui anch’io pensavo PRIMA di informarmi sulla realtà degli OGM. Qual è la verità? Andiamo a scoprirlo in compagnia di un libro che per me ha rappresentato una svolta cruciale, scritto non da un politico o da un estremista o da un opinionista ma da una persona assolutamente competente: Francesco Sala, che insegna botanica presso l’Università di Milano e dirige i tre orti botanici della stessa università.

Innanzitutto quali sono gli atti che solitamente ci fanno dubitare degli OGM? La manipolazione genetica, quindi la modifica artificiale del DNA naturale, l’errore umano, i rischi per la salute, la possibilità che le piante gm (geneticamente modificate) selezionino insetti più resistenti o che “attacchino” le piante “normali” condannandole all’estinzione. Per smentire queste affermazioni partiamo da una lista di semplici frasi che analizzeremo poi in dettaglio:

  • Non esiste un’agricoltura “naturale”

L’agricoltura di per sé non è naturale in quanto deve produrre determinate piante in gran quantità, utilizzando pesticidi ed erbicidi per ridurre insetti patogeni ed erbe infestanti, utilizzare concimi chimici e sostanze che prevengano e curino malattie. L’agricoltura biologica principalmente tende a ridurre la presenza di sostanze “artificiali” sopra citate ma è necessaria una maggiore superficie coltivabile per ottenere una resa sufficiente: non è dunque una soluzione alternativa all’agricoltura tradizionale ma parallela.

  • Le piante sono sempre state selezionate attraverso modifiche genetiche

Oggi i prodotti coltivati non sono “naturali”: sono cioè il risultato di incroci genetici artificiali o mutazioni effettuate con radiazioni; i risultati di queste ricombinazioni genetiche sono dunque casuali e non mirati (non si sa cosa verrà fuori). Con gli ogm si cerca solo di migliorare le caratteristiche delle piante attraverso tecniche più moderne e mirate.

  • Su ogni pianta “commercializzata” avvengono rigorosissimi controlli preventivi

Diversamente dalle «classiche» piante, quelle ogm vengono rigidamente controllate; se non sono rispettose della salute umana non possono essere immesse sul mercato.

  • I “brevetti” esistono anche per le colture tradizionali

Molti si battono contro gli ogm perché ritengono che i semi delle piante modificate geneticamente brevettate dalle grandi multinazionali occidentali siano troppo costosi per i Paesi poveri, che sarebbero esclusi dai grandi vantaggi legati all’uso di ogm. In realtà gli stessi Paesi poveri (quali India e Cina) stanno puntando molto sulla ricerca ogm, e comunque anche le attuali modifiche operate con i classici mezzi citati sopra sono brevettate dalle aziende.

  • In tanti anni di esperimenti scientifici, controlli, approfondimenti non è mai stato riscontrato un rischio per la salute umana

Sono quasi vent’anni che si stanno studiando queste tecniche di modifica genetica e mai sono stati rilevati danni alla salute maggiori rispetto alle piante tradizionali. Quando si modifica il DNA di una pianta si valutano attentamente tutti i rischi e i benefici derivanti da una manipolazione, inoltre come già detto prima della commercializzazione avvengono rigorosi controlli. È falso che le piante ogm siano pericolose o che facciano aumentare le allergie ecc.

Come abbiamo visto tutta la disinformazione che ci circonda ci fa scegliere attraverso forme di «paura» ancestrale, ciò che non conosciamo bene (l’ignoto) lo aborriamo prima ancora di sapere la verità o quantomeno una maggiore e corretta informazione. La ricerca italiana (mi viene da dire “come al solito”) non è finanziata adeguatamente, in particolare la ricerca sugli ogm è sottovalutata dal governo attuale come da quello precedente per motivi ideologici. Eppure Cina, India, Brasile, USA, Argentina e Spagna stanno già cominciando a mettere in pratica queste nuove tecnologie: saremo come al solito il fanalino di coda d’Europa, anzi del mondo industrializzato intero!