Recensione di manuale d’amore 3
Sinceramente non avrei mai scelto di vedere “Manuale d’amore 3”: il pregiudizio sulla commedia sentimentale alla Brizzi pesava molto! Casualmente sono andato al cinema a vederlo. La trama la conoscete già probabilmente, essendo già da tre settimane nelle sale: ripercorre le tre fasi della vita dell’uomo e mostra come l’amore non abbia età o limiti di alcun tipo.
La trama è abbastanza banale ma la bravura del regista Giovanni Veronesi riesce, insieme a un’ottima fotografia e alla colonna sonora di Paolo Buonvino, a trasformare il tutto in qualcosa di poetico e piacevole. Il film è diviso in tre episodi, malignamente pensiamo sia una tattica per ottenere maggior successo commerciale, mantenere l’attenzione del pubblico su un cortometraggio è certamente più facile che non su un film di quasi due ore!
Nel primo episodio troviamo Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, nei panni di due amanti occasionali che rappresentano l’amore giovanile; Scamarcio ha una buona capacità attoriale.
Nel secondo episodio, dedicato all’amore della maturità, abbiamo un Carlo Verdone che ci ha lasciati poco convinti: nome certamente trainante per questo film, nulla da dire sulla sua capacità tecnica ed espressiva, il quadro risulta amorfo. Manca qualcosa.
Spicca la bravura di Robert De Niro che, seppur fortemente limitato dalla lingua, riesce a trasmettere naturalezza al suo personaggio. Nello stesso episodio, il terzo e ultimo, anche il nostro Michele Placido dimostra la capacità di intercalarsi nel ruolo.
Monica Bellucci e Laura Chiatti non posso definirsi obbiettivamente delle attrici di alto calibro, se non per la loro bellezza (che pure non ci pare stratosferica). Nel complesso vi suggeriamo di vederlo se avete voglia di un momento rilassante, di serenità. Lo stile del film vi lascerà con un senso di pacatezza e di piacere, soddisfatti.