La Riforma elettorale per le elezioni europee (ddl Calderisi)
Torna nuovamente in primo piano il tema di una riforma elettorale, stavolta riguardante le elezioni del Parlamento europeo. Dopo la discussione sulla legge elettorale per le elezioni nazionali, miseramente fallita mesi fa, l’argomento e’ stato presto “dimenticato” da tutte le forze politiche.
Lunedì 27 ottobre la Commissione Affari Costituzionali ha presentato alla Camera un disegno di legge (ddl Calderisi, dal nome del suo relatore) che modifica la legge elettorale per le elezioni europee, frutto però solo dei parlamentari di Pdl e Lega. I punti caldi della discussione sono due: preferenze e soglia di sbarramento. Sono emersi contrasti non solo tra Governo e opposizioni ma anche all’interno della maggioranza stessa. Il ddl però tocca molti altri elementi del sistema elettorale:
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Abolizione delle preferenze, come nella maggioranza dei Paesi membri dell’UE;
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Soglia di sbarramento al 5%, per ridurre la frammentazione partitica;
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Liste dei candidati con quota “rosa” del 50%;
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Raddoppio delle circoscrizioni elettorali, da 5 a 10;
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Raccolta delle firme per la presentazione delle liste per quei partiti che non possiedono già 3 eurodeputati o 10 parlamentari;
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Presenza di un limite massimo per i rimborsi delle spese elettorali.
Le opposizioni sono contrarie ad una soglia cosi alta, in particolare il PD vorrebbe un limite minimo del 3%, così come all’eliminazione delle preferenze, irrinunciabili anche per AN, forte della sua struttura sul territorio. Lo stesso Presidente della Repubblica ha auspicato il coinvolgimento di tutte le forze politiche, ha sottolineato l’importanza del rapporto elettori/eletti e ha ritenuto fondamentale garantire un’ampia rappresentanza.
Il premier Berlusconi ha temuto che il Presidente della Camera Fini avesse potuto accettare la richiesta di molti parlamentari di utilizzare il voto a scrutinio segreto: questo avrebbe reso probabile la spaccatura della maggioranza sulla votazione del ddl.
Giovedì 30 Berlusconi e Fini sono giunti alla decisione di non rischiare un’inutile e controproducente votazione, dunque la proposta di legge e’ ritornata in Commissione.
Sarà difficile il raggiungimento di un compromesso se nessun partito sarà disposto ad ammorbidire le proprie posizioni: l’unico punto fermo comune a tutte le forze politiche e’ quello di andare comunque al voto con l’attuale legge elettorale, nel caso in cui non si raggiunga un ampio consenso.