Spesso si dice “non tutto il male vien per nuocere”, nel mio caso posso dire che nella malattia non è tutto buio; se ci si fermasse alle apparenze, se mi fermassi davanti all’ostacolo enorme della distrofia muscolare oggi non leggereste queste righe, se la speranza e la fiducia tramontassero nell’ombra della disperazione e della sfiducia tutto sarebbe molto più pesante. Ma non voglio raccogliere eccessivo pietismo, le difficoltà ci sono sempre certo e a volte mi arrendo all’evidenza, non è tutto rose e fiori ma nemmeno tutto oscuro! Leggendo altri casi della mia stessa malattia o anche di altre, magari di persone che si trovano in situazioni peggiori, penso di essere “fortunato”: persone che sono immobilizzate a letto e non ce la fanno più a resistere all’immobilità (vedi il drammatico caso di Welby), altre che non possono muovere nemmeno i muscoli del viso… c’e sempre chi sta peggio di noi. C’è chi pensa che questi casi dimostrino l’inesistenza di Dio: quale essere supremo lascerebbe soffrire le persone così? Bè non credo sia liquidabile facilmente l’esistenza o l’inesistenza di Dio, se ci si basasse su delle prove sarebbe tutto semplice: chi crede non si basa su un mero calcolo matematico. È questione di fede. Non è certo possibile capire i motivi, i perché: “la vita è un dono sempre”, prendere o lasciare. È un pacco speciale, è come un pozzo buio, dall’esterno non possiamo giudicarlo bello o brutto: è necessario avventurarsi con la fede in Cristo, fede che illumina il buio del pozzo; permette di vederne i lati positivi, nascosti o piccoli che siano ci sono sempre. È certo difficile convincere con le parole chi ha un dolore cronico, perché il dolore pervade tutta la mente: quando mi fa male qualcosa penso solo a quello, è così in tutti, si pensa solo a eliminare il dolore. Grazie alla medicina molti dolori, specie nei malati terminali, oggi scompaiono. Devo ringraziare senz’altro tutti gli amici, il gruppo della parrocchia di S. Chiara che, specialmente durante i “campi”, mi è stato molto vicino anzi lo è tuttora! Ci vuole coraggio anche da parte loro, forse anche di più, per affrontare diverse situazioni concrete che nascono dai miei problemi. Non vorrei sembrare ipocrita o scontato nel dire queste cose, cose che mi stanno uscendo dalla mente come se fosse un flusso; sinceramente devo confessarvi che non sapevo come comunicare la mia testimonianza e nemmeno che cosa dire! Pian piano però le parole stanno comparendo sullo schermo! Non so se sono riuscito a trasmettervi qualcosa, ci ho provato! Vorrei infine ringraziare il medico dott. Villanova che, specializzato in questa e altre malattie simili, mi segue e tiene sotto controllo la malattia, anche se non esistono cure per ora. Come poi non dimenticarsi dei genitori, dei parenti e conoscenti? Non per farmi pubblicità ma vorrei segnalarvi il mio sito web www.spaziare.it nonché quello del giornale degli studenti universitari www.meltinpotonweb.com, sui quali scrivo alcuni articoli (anche se finora non avevo mai affrontato la mia malattia in una testimonianza). Come avrete capito la scrittura è la mia passione (in senso positivo naturalmente!). Un’ultima segnalazione web: www.parentproject.org, il sito dell’associazione della distrofia muscolare Duchenne (la mia) e Becker (potete inviare un sms entro il 28 febbraio per donare 1 euro per la ricerca al 48584). Grazie a Don Andrea Manto e a questo giornale, per avermi offerto questa possibilità di testimonianza!
Carlo Guglielmo Vitale