Il rapporto UNDP 2007/08 sullo sviluppo umano e i cambiamenti climatici
L’UNDP [http://www.undp.org/\] e’ un organizzazione delle Nazioni Unite che sostiene il cambiamento dell’attuale modello di sviluppo, mettendo a disposizione esperienza e risorse. Tra gli obiettivi vi e’ quello di combattere il cambiamento climatico. Il 27 novembre scorso e’ stato pubblicato il nuovo rapporto [http://hdr.undp.org/en/reports/global/hdr2007-2008/chapters/italian/\] che affronta il mutamento in atto e propone un intervento rapido ed efficace.
Dalla ratifica del protocollo di Kyoto [http://it.wikipedia.org/wiki/Protocollo_di_Kyoto\] sono passati ormai dieci anni ma non tutti i Paesi lo hanno ratificato e quelli che l’hanno fatto non si sono impegnati realmente, nonostante la riduzione prevista fosse esigua (solo una media del 5%). Il rapporto dell’UNDP e’ drastico e non pone molte alternative: le emissioni attuali sono eccessive e la riduzione necessaria sarebbe del 50% entro il 2050 (80% per i Paesi industrializzati!).
L’elemento chiave e’ stabilire un bilancio del carbonio, ovvero imporre un prezzo alle emissioni e creare un sistema di quote; e’ necessario introdurre una carbon tax (senza incrementare l’ammontare totale della tassazione) che renda effettivamente idea del costo sociale dell’emissione, utilizzare poi tali entrate per incentivare lo sviluppo di nuove tecnologie (energie rinnovabili, efficienza energetica di apparecchi e motori…).
Non e’ un’insufficienza tecnologica che ostacola però la risoluzione del problema, quanto la mancanza di una volontà politica: l’evidenza scientifica della responsabilità umana del cambiamento climatico e’ ormai accertata e accettata, e’ certamente un passo in avanti, ma e’ opportuno agire al più presto. Il rapporto UNDP consiglia di istituire un Fondo di mitigazione dei cambiamenti climatici per stanziare 25-50 miliardi di dollari l’anno necessari a sostenere la transizione verso economie sostenibili per i Paesi in via di sviluppo. La cooperazione internazionali e’ fondamentale per consentire a tutti gli Stati l’accesso a servizi energetici moderni.
Un ultimo elemento importante e’ l’adattamento: infatti anche nella migliore delle ipotesi la temperatura salirebbe (già sta salendo) di circa 2°C entro pochi decenni; investire sull’adattamento e’ difficile per i Paesi più poveri (dove gli effetti climatici si faranno più sentire!) mentre Paesi quali UK stanno già lavorando sul problema.
Gli investimenti si riveleranno fruttuosi se ben realizzati e se verranno attuate politiche sostenibili (non per anni ma per decenni) che rendano possibile un cambiamento nell’economia mondiale e nella nostra mentalità.
Il Mahatma Gandhi si chiedeva quanti pianeti sarebbero stati necessari se l’India avesse seguito il modello di sviluppo inglese: oggi sappiamo che se tutto il mondo seguisse il nostro modello occidentale sarebbero necessari 9 pianeti Terra!
Carlo Guglielmo Vitale