CGV

24 aprile 2010

I compromessi sposi

Una parodia ironica del celebre romanzo manzoniano con intermezzi musicali.

I compromessi sposi

Torna in scena dopo più di un anno, dal 25 aprile fino al 2 maggio a Roma al teatro sala Umberto, l’opera scritta e diretta da Carlo Buccirosso, una parodia del celebre romanzo manzoniano “I compromessi sposi”.

Buccirosso è un grande attore comico napoletano, classe 54, che interpreta spesso lo stereotipo del piccolo borghese partenopeo. Esordisce nell’‘89 ne “L’ultima scena” accanto ad Aldo Giuffré, da allora lo abbiamo visto in diversi film piuttosto noti in particolare quelli di Carlo Vanzina (ad es. “Febbre da cavallo-La mandrakata”) nonché ne “Il divo”. Negli ultimi anni ha messo in scena con la sua compagnia teatrale “Vogliamoci tanto bene”, “I napoletani a Broadway” e infine l’anno scorso “I compromessi sposi”.

Carlo Buccirosso interpreta il ruolo centrale di Don Rodrigo, un usuraio campano trapiantatosi nel Nord Italia per rinforzare la sua attività illegale, coadiuvato dai suoi due scagnozzi, i famosi bravi.

L’intera trama viene ricostruita in chiave ironica sulla base dei debiti contratti da alcuni personaggi (Don Abbondio, Agnese) con Don Rodrigo, e da questi con l’Innominato, padrino del Lago di Como.

Le differenti cadenze linguistiche presenti nell’opera sono parte fondamentale nel creare la comicità: Renzo e Lucia, Agnese e i loro amici si esprimono in milanese, Don Abbondio, Don Rodrigo e i bravi in napoletano mentre l’Innominato in siciliano.

La grandezza artistica di Buccirosso e la comicità dell’intera commedia, raggiunge il suo apice nelle scene in cui Don Rodrigo si rapporta con l’Innominato, uno straordinario Gianni Parisi (ha lavorato affianco a Massimo Troisi e Lello Arena, poi con Mario Merola, lo abbiamo visto anche sul grande schermo). I Due mafiosi avranno grandi difficoltà nel capirsi a vicenda! Che interpretazione quella di Carlo Buccirosso! In breve tempo si trasforma nella figura diversissima del cardinale Carlo Borromeo, con un cambio di stile totale.

Non dimentichiamo alcuni attori secondari in particolare Tullio Del Matto (Don Abbondio) che è stato uno degli attori che ha fatto conoscere durante gli anni ‘70 il cabaret a Napoli, Maria Del Monte (Perpetua), Sergio D’Auria e Fabrizio Miano nei ruoli dei due bravi.

“I compromessi sposi” non sono solo una commedia in stile partenopeo, l’opera teatrale è resa ancora più divertente da intermezzi musicali in stile musical prendendo in prestito noti brani da “Funicolì funicolà” a “Je so’ pazzo” di Pino Daniele, da “Perdere l’amore” di Massimo Ranieri a “La solitudine” di Laura Pausini con i testi riscritti per l’occasione.

Il successo ottenuto è clamoroso, in particolare durante la prima parte, come dimostrato dagli applausi e dalle risate del pubblico ripetuti più volte; la seconda parte è più ricca di elementi musicali e contiene la conversione dell’Innominato, una delle scene più forti.

Due ore e mezza piacevoli, divertenti, per chi vuole distrarsi ma senza perdere in qualità. L’opera è semplice, leggera, efficace nella sua ironia senza però stravolgere la trama originaria e lasciandone intatto il messaggio fondamentale manzoniano ovvero l’esistenza di una provvidenza divina che spinge il divenire della storia verso uno scopo ultimo.

Carlo Guglielmo Vitale