Recensione film “Grande grosso e Verdone”
Il 7 marzo scorso e’ uscito il nuovo film di Carlo Verdone “Grande grosso e Verdone”: l’idea di realizzare un film, con il ritorno sulla scena di personaggi interpretati in passato da Verdone, nasce da pressanti richieste da parte di numerosi suoi fans. Come racconta lo stesso regista, all’inizio ha quasi ignorato per perplessita’ le 1400 email ricevute in tal senso: reinterpretare precedenti personaggi lo avrebbe fatto combattere col suo passato. Dopo un periodo di valutazione Verdone ha deciso di portare sullo schermo le evoluzioni di tre suoi protagonisti: il Candido di “Un sacco bello” e “Bianco, Rosso & Verdone”, l’Asfissiante Preciso e Logorroico di “Bianco, Rosso & Verdone” e “Viaggi di Nozze” e il Grande Volgare di “Viaggi di Nozze”.
Il film in realtà non e’ uno, ma e’ la somma di tre: il primo ha come protagonista Leo Nuvolone, che sta per partire per un raduno Scout insieme a moglie e figli. Il programma della giornata salta pero’ a causa della morte della madre: ecco dunque che una serie di eventi tragicomici rallenteranno il funerale fino alla agognata sepoltura della donna, conclusione dell’episodio. Un personaggio in particolare fara’ da “opposizione”, involontariamente, alla famiglia Nuvolone, ovvero l’addetto delle pompe funebri: la sua continua fretta sara’ la causa di quasi tutte le sventure.
Il secondo episodio riguarda il terribile rapporto tra un padre vedovo (il prof. universitario Callisto Cagnato) e il suo giovane figlio (Severiano). Il prof. e’ un personaggio apparentemente monolitico, imperturbabile e di un’etica incorruttibile che nel profondo nasconde un segreto inconfessabile, opposto alla sua immagine. Quest’uomo vive con suo figlio in una casa, riflesso del suo carattere ossessivo, buia e ordinata: i rapporti tra i due sono forzati e il figlio e’ la vittima. L’intenzione del prof. e’ trovargli una ragazza, visto che ancora non ne ha una: riuscira’ nel suo obiettivo, ma tra i due fidanzati prenderanno piede idee sovversive, dapprima l’intento sara’ la fuga ma poi…
Il terzo episodio, forse il piu’ “completo” e riuscito, vede come protagonisti una ricca famiglia di ignoranti e volgari: Moreno Vecchiarutti, sua moglie Enza Sessa e il loro figlio Steven. La famiglia si reca in vacanza presso un lussuoso albergo di Taormina, con l’intento di ritrovare l’armonia con il figlio, come suggerito dal suo psicologo. La villanita’ dei protagonisti si scontra con l’atmosfera aristocratica dell’hotel, combinando un mix ironico. Moreno offre ricche mance ai camerieri, la moglie Enza si veste sempre con calzoncini cortissimi e tacchi a spillo, il figlio Steven, fissato di calcio, “parla” con i cartoncini arbitrali (rosso, giallo… e verde!). Pare molto difficile ricomporre l’unita’ familiare finche’ una serie di eventi, che allontaneranno momentaneamente tra loro i personaggi, faranno da coagulo.
Per gli amanti delle prime commedie alla Verdone, questo film non aggiunge nulla e non convince piu’ di tanto; per chi non ricorda o non ha visto il “vecchio” Verdone e’ un film riuscito e divertente. Il film segue un crescendo: secondo chi scrive, il primo si aggiudica un voto superiore al sei, il secondo un bel sette mentre l’ultimo un otto pieno, soprattutto perché ha uno sviluppo completo e a tutto tondo. Il crescendo si trova anche in ciascun episodio: infatti la situazione iniziale e’ sempre abbastanza tranquilla e prevedibile, ma una scintilla scatena una serie di eventi sempre piu’ avvincenti, che terminano con un atto non previsto.
In conclusione vi consigliamo di vedere “Grande grosso e Verdone” che si merita indubbiamente un punteggio piu’ che positivo. Il film perde colpi se confrontato col passato, ma forse non e’ corretto un confronto di questo tipo: il Verdone di questi ultimi anni introduce nei suoi film, infatti, sempre una vena drammatica che crea un mix sempre ben riuscito.
Carlo Guglielmo Vitale