“Cose di Cosa Nostra”
Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.
Poco tempo prima della strage di Capaci, che segnerà la sua morte, Giovanni Falcone rilascia alcune interviste ad una giornalista francese (Marcelle Padovani) che riunisce in un libro le sue dichiarazioni su Cosa Nostra, la mafia siciliana. Non sono idee o interpretazioni astratte ma una concreta spiegazione dell’intera organizzazione mafiosa basata su rivelazioni di pentiti (controllate e confrontate con altre fonti), sulla sua pluriennale esperienza di magistrato. Ne esce un quadro dettagliato, puntuale ma allo stesso tempo chiaro e conciso: non sulla mafia in generale, su quella siciliana. A differenza di quanto può sembrare o possiamo pensare le mafie non sono tutte uguali: Cosa Nostra è molto diversa infatti dalla camorra o dalla ‘ndrangheta. Le manifestazioni esterne sono simili ma profondamente differente è ciò che sta sotto, a cominciare dall’organizzazione interna. Nella camorra e nella ‘ndrangheta vi sono molte famiglie in lotta tra loro per il territorio, mentre in Cosa Nostra le famiglie sono unite tra loro, quasi sempre. È più facile combattere tante famiglie rivali che un’unica e compatta “società”: minor violenza omicida non vuol dire che Cosa Nostra è a riposo, ma che non si sente minacciata dallo Stato. Ma veniamo alla sua gerarchia interna:
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I soldati sono gli elementi basilari di Cosa Nostra ed eleggono il rappresentante della propria famiglia. Tra questi e i soldati vi sono degli intermediari, i capi decina. In ogni provincia vi sono più famiglie che controllano una parte del territorio;
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A livello provinciale i rappresentanti delle diverse famiglie sono legati a un “capo mandamento”;
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In cima vi è la cosiddetta Cupola, detta dagli uomini d’onore anche la “Regione”, alla quale partecipano tutti i “capo mandamento”. Controlla dall’alto l’intera organizzazione coordinando le azioni da svolgere, risolvendo eventuali conflitti tra le varie famiglie.
Come potete constatare Cosa Nostra già dalla sua struttura si rivela salda e compatta. Ancor più complessa è la procedura per entrarne a far parte: un vero e proprio rituale quasi religioso. Al momento dell’iniziazione il candidato viene condotto in una stanza alla presenza del rappresentante della famiglia, che espone le norme che regolano l’organizzazione ecc. Un passo importante, che può sembrarci strano, è la cerimonia del giuramento: viene chiesto con quale mano si spara e fatta una piccola incisione sul dito indice per farne uscire una goccia di sangue, con cui viene bagnata un’immagine sacra. Viene dato fuoco all’immagine e l’iniziato giura di non tradire mai le regole di Cosa Nostra, in caso contrario meriterà di bruciare come l’immagine, perché si entra e si esce solo col sangue.
Ho voluto spiegare due fondamentali temi che tratta questo libro, l’organizzazione e il rituale d’iniziazione, per far capire quanto noi cittadini sappiamo poco su Cosa Nostra, una mafia che generalmente non immaginiamo così diversa da camorra e ‘ndrangheta. Grazie al lavoro svolto da forze di polizia e magistratura, alle rivelazioni dei collaboratori di giustizia e al sacrificio della vita di tanti uomini tra cui Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici, Ninni Cassarà e tanti ma tanti altri, possiamo dire che la mafia oggi si può e si deve sconfiggere. Possiamo sempre fare qualcosa: massima che andrebbe scolpita sullo scranno di ogni magistrato e di ogni poliziotto.
Carlo Guglielmo Vitale